"La teoria economica convenzionale, per ricoprire il ruolo di guida dell'impresa, ha escogitato quell'essere umano a una dimensione che è l'imprenditore. Lo ha isolato dal resto della vita, separandolo dalla sfera religiosa, da quella delle emozioni, da quella politica e da quella sociale, così che non gli resti che occuparsi di una sola cosa, la massimizzazione del profitto" (Da Yunus in "Un mondo senza povertà " di Feltrinelli).
La teoria economica ha creato un intero mondo a una dimensione popolato esclusivamente da quelli che si dedicano al gioco del libero mercato e della concorrenza in cui il profitto è la sola misura del successo.
In questo contesto Yunus introduce un nuovo concetto di economia nella quale entra in gioco il business sociale in cui si "...tenga nel giusto conto la natura multimensionale degli essere umani"; egli vede nel business sociale una impresa nella quale l'imprenditore seguirà non l'esclusivo profitto personale, ma ben precisi obiettivi sociali".
Un'impresa sociale si pone l'obiettivo di "...produrre un mutamento positivo nelle condizioni sociali delle persone con cui entra in contatto...è un'impresa che può anche produrre profitto, ma gl'investitori che la finanziano non ne avranno parte alcuna, salvo il recupero, in un lasso di tempo stabilito, di un ammontare equivalente al capitale originariamente investito".
Nel business sociale le imprese a tutti gli effetti debbono "... recuperare tutti i costi cui vanno incontro perseguendo i propri obiettivi".
Non carità quindi, ma con obiettivi esclusivamente sociali nei quali l'impresa sfrutta le sue capacità professionali come fattore di cambiamento del mondo e in grado di incidere sulla società.
Yunus sostiene giustamente che oggi un gran numero di organizzazioni si occupano di produrre miglioramenti nelle condizioni sociali, ma nella maggior parte non è in grado di recuperare tutti i costi sostenuti.
Nella realtà le organizzazioni Non Profit e non governative non ponendosi l'obiettivo del recupero dei costi sono costrette spesso in misura preponderante a spendere tempo ed energie nella raccolta fondi facendo affidamento su donazioni, contributi da fondazioni o aiuti governativi.
Nell'impresa con finalità sociali "...le cose vanno in modo diverso, dato che, pur producendo beni o servizi con l'obiettivo prioritario di conseguire uno specifico miglioramento sociale, essa viene gestita con gli stessi criteri adottati dalle imprese tradizionali e quindi è in grado di perseguire il recupero totale dei costi e, se possibile, anche qualche cosa di più, attraverso la vendita dei suoi prodotti o servizi a un prezzo adeguato".
In questo contesto l'impresa con finalità sociali "...deve essere concepita e condotta come una vera azienda, con prodotti, servizi, clienti, mercati, spese e ricavi, ma con l'imperativo del vantaggio sociale al posto di quello della massimizzazione dei profitti. Invece di cercare di accumulare il livello più alto possibile di profitti finanziari a solo beneficio degli investitori, l'impresa con finalità sociali cerca di raggiungere un obiettivo sociale".
Come sappiamo Yunus con il microcredito ha consentito a 12 milioni bengalesi (la maggioranza donne) di poter avviare piccole attività commerciali e questo ha avuto una grande valenza sociale perché oltre ad aver creato lavoro ha portato milioni di persone ad uscire dalla morsa della miseria, mandare i figli a scuola e migliorare le loro abitazioni molto fatiscenti. Ha risposto ai bisogni primari di una società nel disastro allargando la loro base economica e prendendo in mano il proprio destino.
D’altra parte Yunus è andato oltre al concetto di microcredito ha creato imprese percorrendo la strada delle nuove tecnologie indirizzandosi sulle fonti di energia alternativa, in modo particolare di quelle rinnovabili; questo percorso è nato dalla constatazione che “…molti villaggi, in Bangladesh, non sono forniti di elettricità…quindi abbiamo pensato di installare in quei villaggi impianti per la produzione di energia solare…”[1]
Su questa scia è nata la Grameen Shakti (Grameen Energia) “…che si occupa di promuovere l’uso delle energie rinnovabili…La Grameen Shakti sta attualmente sperimentando l’applicazione di pannelli fotovoltaici per uso domestico di accumulatori di energia, di generatori eolici, di impianti per la produzione di biogas (dalla fermentazione della massa vegetale di scarto delle attività agricole si ottiene del gas che può essere usato per produrre energia)”.
Tutto questo diventava estremamente necessario per sfruttare al meglio l’uso della tecnologia informatica; questa, ha affermato Yunus: “…porterà nel mondo drastici cambiamenti…sta modellando un mondo in cui la distanza non esiste più, in cui la comunicazione è istantanea, e questo inciderà su tutti gli ambiti della vita….” e potrà incidere pesantemente per l’abolizione della povertà globale favorendo i poveri nel loro territorio (sussidiarietaà) portandoli ad essere padroni del loro destino; il fine è quello che la new economy non venga lasciata in balia delle forze di mercato a beneficio soltanto dei paesi più ricchi che con essa si arricchiranno ulteriormente.
La globalizzazione nei suoi aspetti positivi potrà portare a promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà tenendo conto dei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna...”.
Afferma Yunus che la “Teconologia informatica porterà nel mondo drastici cambiamenti ….sta modellando un mondo in cui la distanza non esiste più, in cui la comunicazione è istantanea, e questo inciderà su tutti gli ambiti della vita….
Egli proponeva nel 1999 “…la creazione di un “Centro Internazionale di tecnologia informatica per l’abolizione della povertà globale che diventi una tavola rotonda di cervelli e un catalizzatore nella realizzazione di prototipi che operino in tutte le questioni relative alla costruzione”.
Nel mondo, tante persone ricche di risorse sono già impegnate nello sforzo di abolire la povertà. e questo Centro potrà fungere, non solo da collegamento, ma convogliare risorse e talenti per progettare le attività connesse all’IT in modo tale da aiutare i paesi e le persone povere a partecipare alla grande ondata di prosperità. L’IT può dischiudere ai poveri – uomini, donne, giovani – nuove forme di partecipazione nell’economia globale con effettiva incidenza sui costi e modalità di reciproco aiuto.
Il Centro potrà “progettare gli strumenti, gli ambienti e i luoghi di mercato adatto per i poveri, e far si che il terminale informatico diventi un amico, una guida, un insegnante, un filosofo, un medico, un esperto, vale a dire tutto ciò di cui un povero a bisogno.” (da “Il banchiere dei poveri” di Muhammad Yunus).
Questo è solo uno degli esempio di come si può far uscire il povero dalla miseria, ma altri se ne possono fare come la costituzione della prima impresa con finalità sociali, la Geameen Danone, già operativa dal 2007 con uno stabilimento di Bogra, in Bangladesh, che produceva allora i primi vasetti di Shokti Doi, lo Yogurt potenziato con gli elementi nutrizionali di cui i bambini del Bangladesh hanno un grande bisogno, e nei villaggi le “signore Grameen”, quelle per intenderci avevano usufruito del microcredito e quindi con la Geameen Danone avevano l’opportunità di nuove occasioni di lavoro; una forza di vendita locale, lo Yogurt veniva fatto assaggiare a vicini e amici e venduto.
Vi sono stati dei cambiamenti, qualche difficoltà iniziale, naturale per qualsiasi inizio di attività, ma il 2010 con un nuovo stabilimento e la ricostruzione di un nuovo schema di vendita atto a conquistare una nuova clientela tramite la differenziazione della produzione con tipologie dedicate alle diverse fasce di consumatori. Yunus prevede per il 2010 un anno entusiasmante.2
Abbiamo parlato della Grameen Danone legata ad una multinazionale, ma vi sono tanti altri esempi di business sociale che potrebbero creare imprese più piccole e a costi ridotti; si pensi al miglioramento dell’ambiente con grandi ricadute positive sia per la salute che per l’economia: produttività e la qualità nella vita nelle aree rurali migliorerebbero notevolmente grazie all’organizzazione d’imprese con finalità sociali in settori come la riforestazione, il controllo dei corsi d’acqua, la pesca , l’ecoturismo e l’agricoltura sostenibile.
Intelligenti attività ad esempio possono essere quelle nell’innovazione nei trasporti o nelle tecnologie dell’informatica che può essere applicata anche alla sanità, all’istruzione o all’edilizia abitativa.
Yunus fa un esempio di business sociale significativo: Dhruv Lakra, di Mumbai, in India, ha cominciato a mettere alla prova nel 2008 la sua idea di un servizio di posta celere usando trecento dollari, che aveva risparmiato dalla sua borsa di studio all’Università di Oxford.
Con quel denaro ha assunto due ragazzini non udenti che andavano ancora a scuola e ha cominciato a spedire email agli amici con cui era entrato in contatto in internet chiedendo se avessero bisogno di spedire pacchi a domicilio, magari utilizzando il suo nuovo servizio.
Qualcuno decise di sperimentare l’efficienza della mini azienda di Lakra e quello fu l’inizio di un’impresa con finalità sociali che dà lavoro solo a persone diversamente abili di condizione molto povera. Oggi in questa azienda, la Mirakle Couriers, lavorano trentacinque sordomuti, che consegnano pacchi, in silenzio, ma con grande efficienza in tutta la metropoli.
[1] (da “Il Banchiere dei poveri” di Muhammad Yunus – Edizione Feltrinelli).
Muhammad Yunus – Ha diretto il Dipartimento di economia dell’Università di Chittagong ed è stato insignito del Nobel della pace
2 da “Si può fare – come il businnes sociale può creare un capitalismo più umano” di Yunus – ed. Feltrinelli
Marcello Figuccio
Presidente CISS di Asti e provincia
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